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Discovering
the Island
Main Attractions Edition
La prima scratch map della Sardegna ti permette di scoprire 40 attrazioni dell'Isola. Ognuna di esse ti farà conoscere altri elementi del territorio.
40 - NORA
Lungo il promontorio del capo di Pula, a sud-ovest del golfo di Cagliari, è situata una delle aree archeologiche a cielo aperto più importanti della sardegna, Nora.
Secondo gli studi ufficiali fu dai fondata dai fenici nel' VIII secolo a.C., su un'area già frequentata in età prenuragica. Prende piede sempre l’idea che l’insediamento fosse ben più antico, infatti sono persistenti le tracce nuragiche nella parte sommersa dell’agglomerato urbano. Testimonianza di ciò ne è l’evidente insediamento nuragico, esteso per oltre 10 Ha, sommerso dalle acque della peschiera. Tale insediamento, ancora non particolarmente conosciuto, è ben visibile da inquadramenti azimutali in giornate particolarmente soleggiate e dalle foto satellitari. Ad avvalorare la tesi di un pre insediamento in età del bronzo sono i ritrovamenti di un pozzo nuragico di alcuni manufatti databili allo stesso periodo.
Già da allora il sito aveva una funzione fondamentale data la sua strategica posizione geografica, infatti, oltre ad essere stato un importante scalo commerciale per diverse fasi storiche, il sito venne sfruttato per avere un controllo dei traffici di mare per il sud Sardegna.
L’insediamento ebbe un ruolo attivo e prosperoso per oltre 1500 anni.
Il suo tessuto urbano ha subito diverse fasi trasformative perfettamente sovrapponibili con le genti e le popolazioni che lo hanno colonizzato, i Fenici dall’VIII secolo a.C., i Punici dal V secolo a.C. e i Romani dal II secolo a.C., quest’ultimi vi rimasero insediati sino alla caduta dell’Impero.
Diversi sono i fattori che hanno contribuito a tramandare gli esigui resti della città originaria, il primo in ordine temporale è sicuramente le trasformazioni attuate dall’insediamento dei Romani che ne hanno alterato i connotati, un secondo fattore, di tipo naturale, è legato agli effetti degli agenti atmosferici nei secoli sui resti urbani ma soprattutto al fenomeno del bradisismo positivo e l’innalzamento del livello del mare che hanno contribuito alla sommersione di buone parti dell’insediamento.
Come l’insediamento di Tharros, Nora è oggi un museo a cielo aperto in cui si può osservare la varietà di popoli che hanno colonizzato ed abitato la zona nelle varie fasi storiche.
Della Nora fenicia rimangono poche ma significative testimonianze: resti di fortificazioni, i tophet e i due quartieri abitativi.
Della Nora Punica rimangono aree abitative, una necropoli, santuari ed i resti del tempio dedicato alla dea Tanit.
Del Periodo Romano rimane ovviamente l’eredità maggiore: le terme, la Basilica, il Macellum, il Foro, il Tempio, domus signorili, il teatro, diversi esempi di elementi mosaicati, il sistema acquedottistico.
I manufatti rinvenuti in questa zona si possono ritrovare nel Museo archeologico di Pula, e nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.
Purtroppo, l’incustodia del sito per molti anni ha ridotto le sue ricchezze per le incursioni dei tombaroli o di coloro che sottraevano materiale litico per fini edilizi.
Per molti aspetti, per le sovrapposizioni urbanistico/strutturali dei popoli che lo hanno abitato e per la posizione geografica strategica sul litorale, Nora presenta forti analogie con l’insediamento di Tharros, localizzata nella penisola del Sinis, anch’esso in parte sommerso dalle acque.
Altro elemento di forte discussione è la Stele di Nora, elemento simbolico dell’area; si tratta di un blocco di arenaria rinvenuto a Nora nei pressi della chiesa di S. Efisio di Pula nel 1773, su essa è inciso un testo che, secondo molti studiosi, rimanderebbe all’alfabeto fenicio. Tale tesi, così come i molteplici tentativi di traduzione, viene messa oggi sempre più in discussione da altri studi che vorrebbero la scritta legata ad un alfabeto autoctono o comunque in uso in buona parte del Mediterraneo e in un periodo sicuramente pre-fenicio. Di tutti i documenti scritti finora pervenuti da tutta l’isola, questo ha il merito di aver inciso per la prima volta la parola “SRDN” il cui significato può essere interpretato come Sardegna o genti della Sardegna, appunto Shardana.